La mancanza di tempo da dedicare nella ricerca del dono da fare ai miei cari alla fine mi fa scegliere Amazon.
Devo dire che non lo faccio a cuor leggero, un po’ in colpa mi sento, perché penso che se tutti facessero come me di sicuro i negozianti avrebbero le ore contate.
Per questo motivo quest’anno ho deciso di dividere i regali tra Amazon e negozio fisico, e ti dirò: mi è passato il senso di colpa!
Alla fine, visto che stava finendo il suo profumo preferito, ho deciso per quello (so che è il regalo più banale da fare, ma per lui è comunque molto gradito).
Mi reco in una delle profumerie più belle e fornite della città nel quale vivo, mi si avvicina una commessa e le chiedo il profumo in questione.
Lei mi porta nell’angolo del negozio dove si trovavano i profumi, lo prende e mi chiede se voglio il pacchetto regalo.
Alla mia risposta affermativa, inizia a fare il pacchetto con lo stesso entusiasmo di chi deve andare dal dentista per farsi curare una carie senza anestesia.
Devo dire che per la cifra spesa il pacchetto non mi piaceva affatto, ad un certo punto ho avuto anche l’istinto di farmi dare carta e fiocchi per farmelo da me.
Se spendi una certa cifra il pacchetto deve corrispondere al valore.
Fatto il pacco regalo, mi accompagna alla cassa dove c’era una signora, penso fosse la responsabile o la proprietaria.
Mi mette il regalo in un sacchetto, mi comunica il prezzo e mi saluta con un arrivederci.
Ero incredula , ma come è possibile che tu possa pensare di rivedermi, per quale strano motivo dovrei tornare da te?
Io ho chiesto la confezione piccola perché quella grande è decisamente costosa (non voglio dire la marca del profumo per non fare pubblicità, ma fidati che costa davvero tanto).
In un negozio come si deve, avrebbero cercato di fare up-selling, cioè avrebbero cercato di vendermi la versione più cara, magari con uno sconto, in modo da farmi spendere di più.
Ti faccio un esempio: la confezione da 50 ml. di profumo costa 70 euro, la confezione da 100 ml. invece costa 130 euro.
Si potrebbe fare una proposta per aumentare l’incasso dicendo che comperando la confezione più grande al posto di 130, si spenderebbero 110 euro.
In questo modo aumenteresti l’incasso di 40 euro senza troppa fatica e in più il tuo cliente si sentirebbe di aver fatto l’affare, non male vero? La commessa avrebbe anche potuto fare cross-selling, cioè cercare di vendermi qualcosa di abbinabile, per esempio se io amo questa fragranza, di certo mi piacerebbe sentirla per tutto il giorno, quindi cosa ci sarebbe di meglio che usare anche il bagnoschiuma o il deodorante.
Quindi anche in questo caso l’incasso su quella singola vendita sarebbe stato più alto.
Sempre dietro ad uno sconto avrebbe potuto aumentare lo scontrino proponendo a me un profumo: per esempio se prendi due profumi il secondo lo paghi con tot% di sconto.
Non capisco perché al posto di massimizzare il loro guadagno regalandomi un’esperienza e facendomi sentire importante, propongono lo sconto 10 giorni dopo quando fanno i saldi uguali per tutti.
Ora arrivo al momento del pagamento alla cassa dove se è possibile hanno fatto ancora più errori.
Se la proprietaria della profumeria, avesse messo in atto una strategia di marketing per il quale oltre una certa cifra spesa, il cliente avrebbe ricevuto un buono da spendere dopo 15 giorni o un mese, la profumeria quanto avrebbe potuto guadagnare?
In questo modo avrebbe avuto clienti anche a Gennaio che si sa che è un mese solitamente con poca frequenza, visto che nelle feste si spende per regali e non, molti soldi.
Altro errore, perché quando arrivo alla cassa, non chiedermi ad esempio che tipo di crema uso? Magari avrebbe potuto consigliarmene una adatta alla mia pelle e nell’occasione mettermi qualche campioncino nel sacchetto.
Non sono mai riuscita a comprendere quando nel sacchetto ti mettono campioncini di ogni genere spesso di prodotti che non uso e non mi interessano, quando quello sarebbe il momento adatto per farmi provare un prodotto che uso ma che non comprerò in quel negozio.
Ma la domanda che mi pongo da quel giorno è: “come è possibile che non mi abbia chiesto i dati?”. Magari anche dietro uno sconto da 5 euro, se possibile da spendere entro 15 giorni.
Secondo te se avessi un buono da 5 euro lo farei scadere anche se non avessi bisogno in quel momento?
E soprattutto quei dati quanto sarebbero utili alla proprietaria di quella profumeria nella sua strategia di marketing (nel caso se ne avesse una).
Sai che fidelizzazione (se vuoi approfondire leggi i nostri due articoli a riguardo cliccando QUI e QUI), otterrebbe da parte dei clienti una profumeria che prima di fare i saldi per tutti ,chiama i suoi clienti e fa offerte speciali solo a loro?
Pensi che alla fine avrebbe proprio bisogno di fare i saldi? Con i miei dati avrebbe potuto inviarmi un sondaggio per conoscere la mia opinione sulla mia esperienza di acquisto nel suo negozio, in questo modo avrebbe potuto capire in quale modo migliorarla e in caso fosse stata positiva (ma non lo è stata), avrebbe conosciuto i suoi punti di forza.
In possesso dei miei dati, avrebbe potuto chiedermi una recensione o avrebbe potuto inviarmi un sondaggio per sapere quali creme uso, quali trucchi, la mia routine nella detersione del viso.
Sai quanta importanza possono avere questi dati se usati nel modo giusto? Avrebbe potuto mandarmi articoli che avrebbero parlato di problemi della pelle e come risolverli, di quali sono i colori più adatti per truccarsi se si è bionda o mora.
I miei dati potrebbero essere utili per inviarmi una cartolina al mio compleanno e molto altro ancora.
Basterebbe poco per incassare di più e fidelizzare il cliente in modo che preferisca il negozio fisico a quello online, invece di lamentarsi, sarebbe meglio mettere in atto tutte le strategie di marketing per non dover più temere il confronto.
Ad maiora, Patrizia
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